Ho letto il libro di Ichino e l’ho apprezzato molto. Credo che dovrebbero leggerlo anche molti di quelli che, pur non conoscendo bene le sue proposte, lo considerano un eretico.
Credo che le sue proposte siano belle e sensate quanto difficili da realizzare.
Una sola cosa non mi ha convinto: manca un focus sulle piccole aziende, quelle con meno di 15 dipendenti per le quali il ricorso al lavoro precario non è un tentativo di fuga dall’articolo 18 ma un tentativo di risparmiare oneri previdenziali e pensionistici. Come lo legge questo fenomeno Ichino? E come lo inquadra nella sua analisi?
L’altra questione è quella di noi lavoratori autonomi: cita Acta e Anna Soru ma non sono sicura che sia un tema del quale ha percepito fino in fondo l’importanza. E le necessità di correttivi: e su questo bisognerebbe ancora fare pressione.
Mi piacerebbe se su questo libro ci si scambiassero altre opinioni.
Di: barbara
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